Chiesascoltaci

‪#‎CHIESAASCOLTACI‬ – CAPITOLO 10 – MAURO E PAOLO

(foto di Simone Cerio)

“Da trenta anni (1986) aspetto dalla Chiesa una parola positiva sul mio amare, ed ancora oggi non arriva. Mi sono anch’io, come molti, innamorato a 17 anni, però di un ragazzo. A 23 anni ho imparato che cosa significa sentirsi amati e sono entrato in un cammino di gioia. Anche se ho vissuto relazioni d’amore che non sono fiorite completamente, non ho più avuto dubbi sul fatto che sul mio amore c’era lo sguardo sorridente di Dio.
Nel 1996 ho conosciuto una persona che mi ha fatto innamorare e con lui ho scoperto anche la grazia che ci accompagna da ormai 30 anni.
In tutti questi anni assieme abbiamo constatato che anche noi viviamo e respiriamo nella benedizione di Dio, e siamo stati per amici e parenti una testimonianza di patto fedele e amore solidale verso gli altri.
Anche noi, geneticamente sterili, sperimentiamo una fecondità nostra propria, similmente ad altre esperienze di fecondità spirituale nella Chiesa, e di sostegno in condizioni di malattia o difficoltà.
Ascoltare,ancora oggi, dai Vescovi e nella Amoris Laetitia che la nostra storia è derubricata ad “unione precaria” e mai equiparabile al matrimonio significa ricevere nuovamente un insulto e – in ogni caso – nessuna parola positiva: noi due, allora, che cosa siamo? Su di noi c’è o non c’è la grazia di Dio? Ma ovviamente c’è, perché lo sperimentiamo. Ci addolora solamente la sordità persistente di una parte della Chiesa.
Un’altra parte, intanto, è già sul cammino della piena accoglienza e della valorizzazione della vocazione della nostra unione, come di altre persone gay o lesbiche.”