Chiesascoltaci

#CHIESAASCOLTACI – CAPITOLO 22 – FABIO E ROBERTO

“Caro Papa Francesco,
siamo qui per amare ed essere amati.
Abbiamo riposto tante attese su di te per un rinnovamento della chiesa e una maggiore inclusione di tutti coloro che si sono sentiti esclusi dalle comunità ecclesiali, ma non dalla comunione con Cristo, che grazie a Dio esiste a prescindere dal riconoscimento di una chiesa.

Accettare una persona ma non riconoscerne la sua affettività è un’accettazione incompleta, ambigua e ipocrita. Realizzare una vita piena, con un’unione d’amore insieme ad un’altra persona, anche dello stesso sesso, è un diritto umano, non un privilegio. Tutti siamo chiamati all’amore. Non possiamo accontentarci di una vita vuota di sentimenti, di passioni, di relazioni. Amare vuol dire accettare tutto dell’altro, prendersi cura della persona nella sua interezza, accompagnarla quotidianamente mano nella mano, nei momenti gioiosi e ancor di più nei momenti bui. Questo è ciò a cui dovrebbe essere chiamato ogni uomo che si rifà al vangelo, e questa dovrebbe essere la missione della chiesa, a servizio dell’uomo.

La vita di una persona è un soffio del pianeta, troppo breve per essere vissuta nell’attesa di un riconoscimento, sia sociale, politico o ecclesiale. Eppure quel riconoscimento è importante per dare dignità all’esistenza, per permettere soprattutto ai più deboli, a chi non ha la forza o gli strumenti necessari per farcela da solo, di avere tutte le tutele necessarie per vivere una vita felice.

Il Vangelo ci chiama a essere uomini pieni d’amore, e proprio l’amore è il nome che contraddistingue il Dio in cui crediamo. Perché il vangelo non vale per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali? Quale buona novella può esserci se si condanna una persona alla solitudine, se si dice che la sua realizzazione non rientra nel disegno di Dio?
Ognuno ama come può, nel rispetto di sé e dell’altro, con tutti i limiti e le difficoltà che la vita pone. La chiesa dovrebbe essere chiamata a togliere pesi all’uomo, ad aiutarlo a vivere una vita vera sulla sequela di Cristo.
Chi può arrogarsi il diritto di dire qual è il progetto di Dio su di una persona?
Solo la propria coscienza e il discernimento personale può dare le risposte sulla vita di ciascuno. Ma al di là delle risposte personali, resta l’amore di Dio, che è senza fine come l’essenza stessa di Dio. La chiesa dovrebbe non soltanto accettare ma anche benedire l’amore di ogni coppia, per non rinnegare Dio stesso e il messaggio autentico del Vangelo.”