Chiesascoltaci

#CHIESAASCOLTACI – CAPITOLO 14 – DAVIDE

(foto di Simone Cerio)
“Mentre lentamente accoglievo il mio essere omosessuale, mi sono sentito coinvolto in un lungo ascolto del mio cuore e della mia mente. Talvolta ho dovuto spegnere i “rumori di fondo”, allontanarmi da quei posti, quelle situazioni, nelle quali non potevo vivere con naturalezza questa parte fondamentale di me. Con dolore mi accorgevo di non sentirmi a casa nella mia Chiesa. Da adolescente ho percepito verso essa un sentimento al tempo stesso di estraneità e desiderio di esserne parte – così come si può desiderare di condividere il cammino con quelli che sono i tuoi fratelli e le tue sorelle nella fede, la tua famiglia. Oggi, con uno sguardo almeno un po’ più lucido, leggo l’assenza di preparazione nell’aiutare le persone Lgbt a cogliere e coltivare i propri talenti, attraverso la necessaria accoglienza visibile e comunitaria delle loro vocazioni. Questo lavoro di ascolto personale continua per tutta la vita, come ciascuno sa bene. Ti porta a scoprire nel profondo del cuore il bisogno fondamentale di amare ed essere amati, ed è un bisogno che poi si traduce nelle parole che rendono bella e saporita la vita: dare, accogliere, essere attenti, solidali, condividere, essere in relazione… Nel volto di Marco, il ragazzo che ho incontrato e che amo, ho appreso che anche per me c’è una possibilità di un amore buono. È il motore delle giornate, è un’incredibile motivazione a vivere bene la vita, una grande spinta ad aprirci verso il prossimo, ciò che ci sostiene giorno dopo giorno. In tutto questo non può davvero che esserci soltanto del buono.
Vorrei tanto che con aiuto e sostegno reciproci diventassimo una Chiesa dell’ascolto: mi sembra che davvero ascoltando la mia e le tante storie simili la nostra Casa comune non possa che crescere nell’accoglienza di quelle figlie e quei figli troppo a lungo costretti a vivere nella penombra.
Il nostro bisogno ancora irrealizzato, come cristiani, come cattolici Lgbt, è di sentirci davvero a casa nella nostra Chiesa: poter vivere il nostro amore comunitariamente e visibilmente, nell’unità e nella trasparenza delle nostre vite. Davvero vorrei poter vivere abbastanza per sentirmi parte di una Chiesa convinta, unita e felice nell’accoglienza vera delle sue figlie e dei suoi figli Lgbt.”