Chiesascoltaci

#CHIESAASCOLTACI – CAPITOLO 24 – CATERINA, EUGENIA, AGNESE

“Cara Chiesa…. Ovvero cara famiglia…
Ti scrivo per raccontarti quale immensa gioia stia provando nella mia vita grazie al nuovo nucleo che ho formato insieme alla mia compagna Eugenia e alla nostra piccola Agnese, di appena 10 mesi.
Ed in particolare desidero descriverti una giornata speciale del maggio di quest’anno, quando abbiamo battezzato nostra figlia nella Parrocchia di San Saba all’Aventino a Roma.
Insieme a noi c’erano le nostre famiglie, amiche e amici di una vita, sacerdoti che condividono con noi percorsi associativi volti a favorire e valorizzare lo sviluppo armonioso delle dimensioni personali di fede e omossessualità.
Quella giornata per noi rappresenta ciò che desidereremmo accadesse tutti i giorni in ogni piccola o grande comunità cristiana…


Radunarsi insieme in nome di Gesù, pregare, cantare, aprire il proprio cuore e condividere momenti importanti mostrandosi per ciò che si è: donne e uomini, laici e consacrati, figli e genitori, omosessuali ed eterosessuali. E poi uscire per trasmettere la ricchezza e la bellezza delle proprie diversità a coloro che incontriamo nel nostro quotidiano.


Stupore, gioia, gratitudine, condivisione: queste le emozioni di quel giorno e i sentimenti che speriamo e preghiamo caratterizzino sempre di più le nostre comunità cristiane.


Ma per arrivare a quella giornata speciale c’è voluto tempo e impegno… abbiamo sofferto quando il nostro progetto di coppia e famiglia all’inizio non era compreso né sostenuto da alcune delle persone a noi più care. Abbiamo lottato con le armi della pazienza, della dolcezza, del dialogo e della testimonianza. E alla fine, proprio il frutto prezioso e unico del nostro amore, la piccola Agnese, ha fatto smorzare le diffidenze, abbassare le difese, sciogliere i cuori.
Tornando quindi al paragone tra famiglia e Chiesa, il cammino verso una realtà dove anche lesbiche, omosessuali e transessuali possano condividere le loro vite e la loro fede liberamente e con gioia nelle proprie comunità è ancora lungo, ma va percorso con coraggio e speranza.


Ogni giorno bisogna lottare per costruire ponti di dialogo e testimonianza ed abbattere muri di ignoranza e pregiudizio. E alla fine, di fronte alla fecondità di relazioni, autenticità e progettualità delle persone e dei gruppi di cristiani lgbt, la nostra Chiesa – famiglia, non potrà che aprire le porte e condividere le differenze.”


Caterina, Eugenia ed Agnese