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COMUNICATO STAMPA “Un progetto di vita di coppia mette in secondo piano i carismi di un capo scout gay?”

Cammini di Speranza esprime sorpresa per la denuncia fatta al vescovo di Gorizia dal parroco di Staranzano sull’incompatibilità tra il servizio di capo scout e le scelte affettive e progettuali di un capo scout gay unitosi civilmente con il suo compagno.
“Riteniamo siamo indicazioni e preoccupazioni  obsolete – ci dice il portavoce  di Cammini di Speranza Andrea Rubera – che probabilmente va contro anche le strade pastorali incoraggiate da papa Francesco che suggeriscono l’incontro con la persona a partire dalla condizione in cui si trova.”
“È ovvio che il capo scout ha realizzato un suo progetto di vita e di coppia non previsto dall’attuale dottrina cattolica – continua Rubera -.
Come si può ipotizzare, però, che il suo progetto di vita e di coppia sia incompatibile con il suo servizio come capo scout?
Chi è stato scout sa bene che i carismi del capo, riconosciuto come tale,  non hanno a che fare con il suo orientamento sessuale ma sulla capacità di ispirare, guidare, animare e volere bene.
In un mondo di affettività frammentate, ricomposte, indecifrabili, testimoniare con trasparenza, verità  e semplicità  un progetto affettivo solido, oblativo e generativo, dovrebbe essere considerato un valore e non una ragione di esclusione.
Auspichiamo che questo evento sia occasione per una profonda riflessione all’interno di AGESCI, e delle comunità cattoliche tutte, sia sulla conoscenza della condizione omosessuale sia sull’individuazione di percorsi inclusivi e di incoraggiamento della relazione come dimensione progettuale è costruttiva.
Cammini di Speranza conferma di essere a disposizione di ogni comunità che voglia iniziare questa riflessione.